“Nelle opere di Nina Razzoboni emerge il senso di fugacità come una dolce precarietà. Il tempo scorre, il qui e ora resta impresso sulla tela con la consapevolezza di aver raccolto un attimo all’infinito. Nella densità del colore, nelle forme che si vanno scomponendo, la presenza del tempo e del suo scorrere sembra essere il reale soggetto dei suoi lavori. 

Così possiamo ritrovarci in Estate, con un fugace episodio in riva al lago: una sdraia e una scarpa estiva destinata a trasformarsi presto in impronta lasciata sulla battigia. Presto l’inverno la cancellerà. Così sono i ricordi, i segni che restano e quelli che scompaiono. Così nella ricerca espressiva di Nina Razzaboni se da un lato il tratto sembra chiedere al tempo di fermarsi e restare impresso nell’opera compiuta, dall’atro l’accettazione della fugacità emerge, come racconto che esiste solo nel suo scorrere.

Il risultato sono tele che trasmettono una gioia mista a malinconia, la consapevole accettazione del presente come unico ed irripetibile istante di vita che possiamo godere. 

La frequente scelta stilistica di lavorare con moduli porta i soggetti a frammentarsi in spaccati fotografici. I paesaggi, come i volti, diventano ritagli di attimi e rilasciano la sensazione di una impermanenza costante. Così sono le opere che compongono Pezzi di Donna, 5 pannelli con una donna in rosso raccontata in dettagli. L’eventuale assemblaggio dell’opera non permetterebbe una ricostruzione intera dell’immagine, come in un puzzle. Mentre guarda in basso col volto coperto dal cappello, la donna ha già cambiato posizione delle braccia, le spalle, le gambe, lasciandoci con la sensazione di un movimento costante del quale noi percepiamo singoli spaccati. Il tutto è dato dalla somma di momenti in divenire, il presente è quindi un processo in movimento, e mentre noi ci soffermiamo a riflettere su questo, forse la donna si è già allontanata.”

Dafne Crocella

CRITICS

“L’artista Fiorella Razzaboni, in arte Nina, respira fin da bambina l’odore delle matite e dei pennelli, ma solo nel 2000 inizia a dipingere con impegno e passione.

Se l’iniziale produzione artistica di Nina mostra solitarie e delicate figure, spesso femminili, impegnate nella lettura o in una vorticosa danza, negli ultimi anni si avverte un cambio di rotta: l’impronta figurativa lascia il posto a una particolare miscela di astratto e figurativo.

Da Inverno, dove possiamo trovare elementi figurativi, come i grandi candelabri che galleggiano su sfondi uniformi, a Deserto, Mare, Tramonto dove l’astrazione delle forme regna sovrana. Illuminante in tal senso è il trittico Estate dove dalle forme più definite del lato sinistro si passa a un ensamble di linee e colori.”

Arianna Fantuzzi